Deduzioni e detrazioni per lo studio odontoiatrico - Odontoiatria Italia

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Deduzioni e detrazioni per lo studio odontoiatrico

La differenza tra deduzione e detrazione sta nel momento in cui viene effettuata la sottrazione delle spese sostenute dal contribuente.
Le deduzioni si riferiscono a un abbattimento del reddito imponibile e quindi con una conseguente aliquota minore dell’IRPEF.
Le detrazioni invece operano sull’imposta lorda da pagare ed entrano in azione in un secondo momento.
Le deduzioni quindi sono le spese che si possono sottrarre dal reddito imponibile per determinare il reddito netto.
Le detrazioni sono le spese che si possono sottrarre dall’imposta lorda per determinare l’imposta netta.

Per lo studio odontoiatrico, le principali deduzioni sono:

  • le spese di gestione, come affitto, utenze, materiale di consumo, personale, ecc.;
  • gli ammortamenti dei beni strumentali, come attrezzature, arredi, software, ecc.;
  • gli interessi passivi sui finanziamenti e i mutui;
  • le spese di rappresentanza, con dei limiti percentuali in base al fatturato;
  • le spese per la formazione professionale continua;
  • le quote associative a ordini e collegi professionali;
  • le spese per assicurazioni professionali.
          
Le principali detrazioni sono:
  • il 19% delle spese mediche sostenute per sé e per i familiari a carico, comprese quelle odontoiatriche, al netto di una franchigia di 129,11 euro;
  • il 19% delle spese per l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici, come protesi dentarie, impianti, apparecchi ortodontici, ecc.;
  • il 19% delle spese per la previdenza complementare e integrativa;
  • il 19% delle erogazioni liberali a favore di enti non profit;
  • il 26% delle erogazioni liberali a favore di enti religiosi.
        
Per beneficiare delle detrazioni è necessario conservare la documentazione comprovante le spese e indicarle nel modello 730/2023 o nel modello Redditi PF 2023. Inoltre, le spese devono essere pagate con strumenti tracciabili, come bonifico, carta di credito o debito, bollettino postale, ecc.

Spese non detraibili o non deducibili per lo studio odontoiatrico

Le spese che non possono essere detratte o dedotte per lo studio odontoiatrico sono quelle che non hanno una finalità sanitaria o che non sono documentate adeguatamente. Alcuni esempi sono:
  • le spese per trattamenti estetici, come lo sbiancamento dei denti, che non sono finalizzati a curare una patologia;
  • le spese pagate in contanti, che non sono tracciabili e non consentono di provare il pagamento;
  • le spese di rappresentanza, che sono deducibili solo entro certi limiti percentuali in base al fatturato.
    
Per evitare problemi con il fisco, è importante conservare le ricevute fiscali o le fatture delle spese sostenute e indicarle correttamente nella dichiarazione dei redditi.
Soglia minima di spesa per poter usufruire della detrazione fiscale

La soglia minima di spesa per poter usufruire della detrazione fiscale dipende dal tipo di spesa e dal reddito del contribuente. Alcuni esempi sono:
  • per le spese mediche, comprese quelle odontoiatriche, la soglia minima è di 129,11 euro. La detrazione spetta solo per la parte che eccede tale importo;
  • per le spese di ristrutturazione edilizia, la soglia minima è di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. La detrazione spetta per l’intero importo se il reddito complessivo non supera i 120.000 euro. Se il reddito è superiore, la detrazione si riduce proporzionalmente;
  • per le spese di affitto, la soglia minima è di 991,60 euro o fino al 20% dell’affitto, se superiore. La detrazione spetta solo se il reddito complessivo è inferiore a 15.493,71 euro e se lo studente ha meno di 26 anni.    
Quanto conviene dedurre?

Praticamente la detrazione del 35% è sempre conveniente per chi ha un reddito inferiore a € 28.000,00.
La deduzione invece è sempre conveniente per chi ha un reddito superiore a € 50.000,00 perché ottiene un risparmio fiscale del 43%.
Dedurre le spese per lo studio odontoiatrico conviene sempre, perché permette di ridurre il reddito imponibile e quindi l’imposta da pagare. Il risparmio fiscale dipende dall’aliquota marginale a cui si è soggetti, che varia in base al reddito complessivo. Più alto è il reddito, più alta è l’aliquota e maggiore è il vantaggio di dedurre le spese.
Per esempio, se il reddito complessivo è di 50.000 euro, l’aliquota marginale è del 38%, quindi ogni 100 euro di spesa dedotta si risparmiano 38 euro di imposta. Se invece il reddito complessivo è di 20.000 euro, l’aliquota marginale è del 23%, quindi ogni 100 euro di spesa dedotta si risparmiano 23 euro di imposta.

Contributi che si possono dedurre

I contributi versati alle forme di previdenza complementare, come il Fondo di previdenza generale dell’Enpam, entro il limite di 5.164,57 euro. La detrazione spetta al 19% se il reddito complessivo non supera i 120.000 euro. Se il reddito è superiore, la detrazione si riduce proporzionalmente;
il contributo pari allo 0,5% del fatturato della srl odontoiatrica, da versare all’Enpam, e con base imponibile limitata alla parte relativa alle sole prestazioni odontoiatriche. La deduzione spetta al 100%;
i contributi versati alle casse di previdenza obbligatoria, come l’Enpam, entro il limite di 5.164,57 euro. La deduzione spetta al 100%.
Per beneficiare delle deduzioni è necessario conservare la documentazione comprovante i contributi e indicarli nella dichiarazione dei redditi. In caso di dubbi, è sempre meglio consultare un commercialista esperto.
I contributi previdenziali si deducono indicandoli nella dichiarazione dei redditi, nel modello 730/2023 o nel modello Redditi PF 2023, a seconda del regime fiscale adottato. I contributi versati alle forme di previdenza complementare vanno indicati nel quadro E, sezione I, rigo E21. I contributi versati alle casse di previdenza obbligatoria vanno indicati nel quadro D, sezione II, rigo D1. I contributi versati alla srl odontoiatrica vanno indicati nel quadro D, sezione III, rigo D3.

Spese deducibili

Le spese che sono integralmente deducibili al 100% per lo studio odontoiatrico sono:
  • le spese di gestione, come affitto, utenze, materiale di consumo, personale, ecc.;
  • gli interessi passivi sui finanziamenti e i mutui;
  • le spese per la formazione professionale continua;
  • le quote associative a ordini e collegi professionali;
  • le spese per assicurazioni professionali;
  • il contributo pari allo 0,5% del fatturato della srl odontoiatrica, da versare all’Enpam;
  • i contributi versati alle casse di previdenza obbligatoria, come l’Enpam, entro il limite di 5.164,57 euro.
            
Le spese che sono deducibili solo in parte per lo studio odontoiatrico sono:
  • gli ammortamenti dei beni strumentali, come attrezzature, arredi, software, ecc., secondo le quote stabilite dalla legge;
  • le spese di rappresentanza, con dei limiti percentuali in base al fatturato;
  • le spese relative all’ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione degli immobili ad uso promiscuo, nel limite del 50%, se non imputabili ad incremento del costo del bene.

Spese detraibili    

Non esistono spese che sono integralmente detraibili al 100% per lo studio odontoiatrico. Le spese che danno diritto alla detrazione del 19% sono:
  • le spese mediche sostenute per sé e per i familiari a carico, comprese quelle odontoiatriche, al netto di una franchigia di 129,11 euro;
  • le spese per l’acquisto o l’affitto di dispositivi medici, come protesi dentarie, impianti, apparecchi ortodontici, ecc.;
  • le spese per la previdenza complementare e integrativa;
  • le spese per le erogazioni liberali a favore di enti non profit;
  • le spese per le erogazioni liberali a favore di enti religiosi.
        
La detrazione spetta solo per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro e solo se il reddito complessivo non supera i 120.000 euro. Se il reddito è superiore, la detrazione si riduce proporzionalmente.
Auto per lo studio odontoiatrico

Intestando l’auto allo studio odontoiatrico, si possono detrarre o dedurre le spese relative all’acquisto, all’uso e alla manutenzione del veicolo, ma con dei limiti. In particolare:
  • la deduzione degli ammortamenti per l’acquisto dell’auto è limitata al 20% della quota annua, calcolata secondo le aliquote stabilite dalla legge. L’ammortamento si può dedurre solo se l’auto è utilizzata prevalentemente per l’esercizio dell’attività professionale e non per scopi personali;
  • la deduzione delle spese di gestione dell’auto, come carburante, assicurazione, bollo, riparazioni, ecc., è limitata al 20% dell’importo sostenuto. Per poter dedurre queste spese è necessario conservare le ricevute o le fatture e tenere un registro dei viaggi effettuati per motivi professionali, indicando la data, il luogo, il chilometraggio e la finalità;
  • la detrazione dell’IVA pagata per l’acquisto o l’affitto dell’auto è limitata al 40% dell’imposta versata. Per poter detrarre l’IVA è necessario che l’auto sia intestata allo studio odontoiatrico e che sia utilizzata prevalentemente per l’esercizio dell’attività professionale e non per scopi personali;
  • la detrazione dell’IVA pagata per le spese di gestione dell’auto è limitata al 40% dell’imposta versata. Per poter detrarre l’IVA è necessario conservare le ricevute o le fatture e tenere un registro dei viaggi effettuati per motivi professionali, indicando la data, il luogo, il chilometraggio e la finalità.      
Per lo studio odontoiatrico, con noleggio auto a lungo termine o leasing, cambia il modo di detrarre o dedurre le spese relative all’auto. In particolare:
  • con il noleggio a lungo termine, si possono dedurre il 20% del canone mensile e delle spese accessorie, come carburante, assicurazione, bollo, ecc. Si può detrarre l’IVA al 40% sul canone e sulle spese accessorie. Non si può dedurre l’ammortamento dell’auto, perché non si acquista la proprietà del bene12;
  • con il leasing, si possono dedurre il 20% del canone mensile e delle spese accessorie, come carburante, assicurazione, bollo, ecc. Si può detrarre l’IVA al 40% sul canone e sulle spese accessorie. Si può dedurre anche l’ammortamento dell’auto, calcolato sulla quota capitale del canone e secondo le aliquote stabilite dalla legge32.
  
In entrambi i casi, si devono conservare le ricevute o le fatture delle spese e tenere un registro dei viaggi effettuati per motivi professionali. Inoltre, si devono rispettare i limiti di emissione di CO2 previsti dalla legge per le auto nuove.


Per il regime forfettario

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato che prevede il pagamento di un’unica imposta sostitutiva al 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività) sul reddito imponibile, calcolato applicando una percentuale di forfait ai ricavi o ai compensi conseguiti. Nel regime forfettario, per calcolare il reddito imponibile, non si possono detrarre e/o dedurre nessun’altra spesa e nessun altro tipo di costo, comprese le agevolazioni per carichi familiari. Di conseguenza, anche le detrazioni per il mutuo, nel regime forfettario non sono possibili.
L’unica deduzione ammessa nel regime forfettario sono i contributi previdenziali e assistenziali assolti per obblighi di legge. Questi contributi variano a seconda della gestione previdenziale a cui si è iscritti (Gestione Artigiani e Commercianti Inps, Gestione Separata Inps, Cassa previdenziale specifica) e della tipologia di attività svolta (artigianale, commerciale, professionale). In ogni caso, i contributi sono deducibili al 100% dal reddito imponibile.

Novità Fiscali su deduzioni e detrazioni

Per lo studio odontoiatrico, ci sono alcune novità fiscali nel 2023 sulle deduzioni e detrazioni che riguardano gli interventi di eliminazione delle barriere architettoniche. In particolare:
  • la detrazione del 75% delle spese sostenute per interventi direttamente finalizzati al superamento e all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici esistenti, entro determinati limiti di spesa, prevista dalla legge di bilancio 2023. Questa detrazione può interessare lo studio odontoiatrico se si tratta di un edificio unifamiliare o di un’unità immobiliare funzionalmente indipendente e con accesso autonomo dall’esterno.
Per beneficiare di queste detrazioni è necessario conservare la documentazione comprovante le spese e indicarle nella dichiarazione dei redditi nel quadro E, sezione I, rigo E1 per le spese odontoiatriche e rigo E8 per gli interventi sulle barriere architettoniche.

Esempi pratici di deduzione e detrazione

Supponiamo che tu sia un professionista con partita IVA in regime forfettario e che nel 2022 tu abbia conseguito ricavi per 50.000 euro e sostenuto le seguenti spese:
  • contributi previdenziali obbligatori per 5.000 euro;
  • spese mediche per 2.000 euro;
  • spese per interventi di eliminazione delle barriere architettoniche nello studio per 10.000 euro.
    
Per calcolare il reddito imponibile, devi applicare la percentuale di forfait prevista dalla legge ai tuoi ricavi e sottrarre i contributi previdenziali, che sono l’unica deduzione ammessa nel regime forfettario. Nel tuo caso, la percentuale di forfait è del 78%, quindi il reddito imponibile è: 50.000 x 78% - 5.000 = 34.000 euro.
Per calcolare l’imposta sostitutiva, devi applicare l’aliquota del 15% al reddito imponibile. Nel tuo caso, l’imposta sostitutiva è: 34.000 x 15% = 5.100 euro.
Per calcolare l’imposta netta, devi sottrarre dall’imposta sostitutiva le detrazioni spettanti per le spese mediche e per gli interventi sulle barriere architettoniche. Nel tuo caso, le detrazioni sono:
  • detrazione del 19% delle spese mediche eccedenti la franchigia di 129,11 euro, quindi (2.000 - 129,11) x 19% = 355,07 euro;
  • detrazione del 75% delle spese per gli interventi sulle barriere architettoniche, quindi 10.000 x 75% = 7.500 euro.
  • L’imposta netta è quindi:
  • 5.100 - 355,07 - 7.500 = -2.755,07 euro.
      
Questo significa che hai un credito d’imposta di 2.755,07 euro che puoi utilizzare in compensazione o chiedere il rimborso.

Esempio per una SRL odontoiatrica

Supponiamo che nel 2022 la SRL odontoiatrica abbia conseguito ricavi per 200.000 euro e sostenuto le seguenti spese:
  • contributi previdenziali obbligatori per 10.000 euro;
  • spese di gestione, come affitto, utenze, materiale di consumo, personale, ecc. per 80.000 euro;
  • interessi passivi sui finanziamenti e i mutui per 5.000 euro;
  • spese per la formazione professionale continua per 2.000 euro;
  • quote associative a ordini e collegi professionali per 500 euro;
  • spese per assicurazioni professionali per 1.000 euro;
  • contributo pari allo 0,5% del fatturato della SRL odontoiatrica, da versare all’Enpam, quindi 1.000 euro;
  • ammortamenti dei beni strumentali, come attrezzature, arredi, software, ecc. per 20.000 euro;
  • spese di rappresentanza per 3.000 euro;
  • spese relative all’ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione degli immobili ad uso promiscuo per 10.000 euro.
                  
Per calcolare il reddito imponibile, devi sottrarre dal totale dei ricavi le spese deducibili al 20% o al 100% a seconda della tipologia e della finalità. Nel caso della SRL odontoiatrica, le spese deducibili sono:
  • contributi previdenziali obbligatori al 100%, quindi 10.000 euro;
  • spese di gestione al 100%, quindi 80.000 euro;
  • interessi passivi sui finanziamenti e i mutui al 100%, quindi 5.000 euro;
  • spese per la formazione professionale continua al 100%, quindi 2.000 euro;
  • quote associative a ordini e collegi professionali al 100%, quindi 500 euro;
  • spese per assicurazioni professionali al 100%, quindi 1.000 euro;
  • contributo all’Enpam al 100%, quindi 1.000 euro;
  • ammortamenti dei beni strumentali al 20%, quindi 4.000 euro;
  • spese di rappresentanza al 20%, quindi 600 euro;
  • spese relative all’ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione degli immobili ad uso promiscuo al 50%, quindi 5.000 euro.
                  
Il reddito imponibile è quindi:
  • 200.000 - (10.000 + 80.000 + 5.000 + 2.000 + 500 + 1.000 + 1.000 + 4.000 + 600 + 5.000) =
  • 200.000 - (109.100) = 90.900 euro

Per calcolare l’imposta lorda, devi applicare l’aliquota IRES del 24% e l’aliquota IRAP del 3,9% al reddito imponibile. Nel caso della SRL odontoiatrica, l’imposta lorda è:
90.900 x (24% + 3,9%) =
90.900 x (27,9%) = 25.361,10 euro.

Per calcolare l’imposta netta, devi sottrarre dall’imposta lorda le eventuali detrazioni o crediti d’imposta spettanti per le spese sostenute o per altre agevolazioni fiscali previste dalla legge. Nel caso della SRL odontoiatrica, supponiamo che non ci siano detrazioni o crediti d’imposta da considerare.
L’imposta netta è quindi: 25.361,10 - (0) = 25.361,10 euro
Questo significa che la SRL odontoiatrica deve pagare un’imposta netta di 25.361,10 euro sul reddito del 2022.

Esempio per una ditta individuale

Supponiamo che tu sia un professionista con partita IVA in regime ordinario e che nel 2022 tu abbia conseguito ricavi per 100.000 euro e sostenuto le seguenti spese:
  • contributi previdenziali obbligatori per 10.000 euro;
  • spese di gestione, come affitto, utenze, materiale di consumo, personale, ecc. per 40.000 euro;
  • interessi passivi sui finanziamenti e i mutui per 5.000 euro;
  • spese per la formazione professionale continua per 2.000 euro;
  • quote associative a ordini e collegi professionali per 500 euro;
  • spese per assicurazioni professionali per 1.000 euro;
  • contributo pari allo 0,5% del fatturato della ditta individuale, da versare all’Enpam, quindi 500 euro;
  • ammortamenti dei beni strumentali, come attrezzature, arredi, software, ecc. per 10.000 euro;
  • spese di rappresentanza per 3.000 euro;
  • spese relative all’ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione degli immobili ad uso promiscuo per 10.000 euro.
                  
Per calcolare il reddito imponibile, devi sottrarre dal totale dei ricavi le spese deducibili al 20% o al 100% a seconda della tipologia e della finalità. Nel caso della ditta individuale, le spese deducibili sono:
  • contributi previdenziali obbligatori al 100%, quindi 10.000 euro;
  • spese di gestione al 100%, quindi 40.000 euro;
  • interessi passivi sui finanziamenti e i mutui al 100%, quindi 5.000 euro;
  • spese per la formazione professionale continua al 100%, quindi 2.000 euro;
  • quote associative a ordini e collegi professionali al 100%, quindi 500 euro;
  • spese per assicurazioni professionali al 100%, quindi 1.000 euro;
  • contributo all’Enpam al 100%, quindi 500 euro;
  • ammortamenti dei beni strumentali al 20%, quindi 2.000 euro;
  • spese di rappresentanza al 20%, quindi 600 euro;
  • spese relative all’ammodernamento, alla ristrutturazione e alla manutenzione degli immobili ad uso promiscuo al 50%, quindi 5.000 euro.
                  
Il reddito imponibile è quindi:
100.000 - (10.000 + 40.000 + 5.000 + 2.000 + 500 + 1.000 + 500 + 2.000 + 600 + 5.000) =
100.000 - (66.600) = 33.400 euro.

Per calcolare l’imposta lorda, devi applicare le aliquote IRPEF progressive e l’aliquota IRAP del 3,9% al reddito imponibile. Nel caso della ditta individuale, l’imposta lorda è:
(33.400 x (23% +3,9%)) + ((33.400 -15.000) x (25% +3,9%)) =
(33.400 x (26,9%)) + (18.400 x (28,9%)) =
8.980,60 + 5.317,60 = 14.298,20 euro.
Per calcolare l’imposta netta, devi sottrarre dall’imposta lorda le eventuali detrazioni o crediti d’imposta spettanti per le spese sostenute o per altre agevolazioni fiscali previste dalla legge. Nel caso della ditta individuale, supponiamo che non ci siano detrazioni o crediti d’imposta da considerare.
L’imposta netta è quindi: 14.298,20 - (0) = 14.298,20 euro.
Questo significa che la ditta individuale deve pagare un’imposta netta di 14.298,20 euro sul reddito del 2022.

Si sottolinea che gli esempi sono semplificati per una più facile lettura, nella pratica bisogna poi tenere conto anche di altri possibili fattori, per cui riteniamo sia sempre meglio consultare un commercialista esperto.


Redazione Odontoiatria Italia

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